BAÏKI - Les boites

08.11.2023

Dal momento in cui nasciamo a quello in cui moriamo il nostro percorso è già programmato. La vita di ognuno di noi è strutturata in modo da assecondare le esigenze del Sistema che ha bisogno di un certo tipo di cittadini per potersi tenere in piedi. Ogni fase della nostra vita è metaforicamente assimilabile ad una scatola, per cui ne abbiamo una per ogni tappa della nostra esistenza. Ognuna di esse ha confini e possibilità di movimento limitati e ben definiti che hanno il compito di imprigionarci in quel meccanismo perverso.

Mano a mano che cresciamo ed assolviamo i nostri doveri da suddito veniamo spostati in una nuova scatola che prevede altre regole. Crescere, sposarsi, fare figli, contribuire alla produzione, ma soprattutto consumare. In questo sistema non c'è spazio per le ambizioni, ma solo compiti da assolvere per il corretto funzionamento di quella società sedicentemente democratica che offre soltanto una vana illusione di libero arbitrio.

L'introduzione di questo articolo riassume i concetti esposti dai Baȉki nel loro ultimo singolo intitolato Les Boites. In questo avvincente brano folk punk la band belga esprime una forte critica alla società moderna, sottolineando come ogni persona è obbligata per sopravvivere a sottostare a norme comportamentali standardizzate che garantiscono al Sistema cieca obbedienza da parte del popolo.

Il brano si apre con una vivace ritmica di chitarra che accompagna i primi versi della canzone. La prima strofa è già polemicamente esemplificativa di quanto la band voglia esprimere con questo pezzo e dopo questa introduzione all'acqua di rose il pezzo si trasforma in un inno punk in cui vengono inaspriti i toni.

Il pezzo si sviluppa attraverso i canoni del folk contestatario e antisociale che si sposano ad un'estetica punk-rock aggressiva ed incisiva. Il sound del brano è trascinante e rabbioso e riesce ad incarnare pienamente quel senso di ribellione che anima chi si rifiuta di mettersi in fila con le altre pecore per andare al macello.

Il concetto di scatola appare continuamente nel testo della canzone come esemplificazione delle varie gabbie della nostra vita. Dalla scatola che è la nostra auto per recarci a lavoro, alla scatola in cui passiamo otto ore al giorno per guadagnarci il cibo, dalla scatola piatta da cui ascoltiamo come dobbiamo comportarci, alle grosse scatole in cui facciamo i nostri acquisti indotti, fino alla scatola che conterrà le nostre spoglie una volta deceduti.

Questo circuito malevolo ha inizio alla fine dell'infanzia, quando il fanciullo ripone quelli che sonno i suoi sogni in una scatola per diventare un membro produttivo della società. Da quel momento in poi non c'è più scampo ed il giovane ingranaggio inizia la sua discesa in quell'inferno chiamato vita.

Il brano scorre via veloce con un eloquenza fin troppo chiara che viene sbattuta in faccia senza mezzi termini all'ignaro ascoltatore.

Un pezzo cinico e diretto che colpisce duro.